Il Gruppo Grendi quest’anno festeggia 190 anni di storia, la più antica casa di spedizioni italiana ancora in attività. La storia dell’azienda si fonde con le vicende delle famiglie Grendi e Musso attraverso due secoli di storia italiana e di progresso economico del nord Italia, di Genova e della Sardegna.
Grazie alla disponibilità della dottoressa Costanza Musso, amministratore delegato della Grendi, ho avuto la possibilità di accedere all’archivio storico aziendale, una miniera di storia non solo dell’azienda ma del comparto italiano del trasporto marittimo, della storia del porto di Genova e dell’economia sarda.
LA STORIA AZIENDALE.
Il primo documento ufficiale che registra l’attività della Grendi risale al 1828: una spedizione di 100 cappelli, prodotti da Francesco Sommariva, da Genova a Boston nel Massachusset con brigantino del capitano Giovanni Battista Borzone di Lavagna. La merce fu spedita senza un acquirente statunitense ma con l’obiettivo di vendita una volta giunta nel porto. L’operazione riuscì e Marco Antonio Grendi fu regolarmente pagato per il suo servizio da spedizioniere. Si può dire che è il documento che da il via alla storia aziendale.
Nell’archivio storico si ritrovano i registri di partenza e arrivi delle navi con le spedizioni gestiti dalla MAGF (Marco Antonio Grendi e Figli). E’ il modo per ricostruire l’attività dell’azienda che gestiva spedizioni per tutto il mondo ma anche per vedere da vicino l’evoluzione economica del nord Italia.
Qualche esempio.
Nel 1851 è la casa di spedizioni Grendi a farsi direttamente carico di un trasporto intermodale ante literam di una cassa da Liverpool a Pinerolo via nave e ferrovia per conto dei fratelli Ceresola.
L’11 giugno 1871 il brigantino Fratelli Chiozza sbarca a Genova con minerale fossile proveniente da Cardiff.
Il 16 luglio dello stesso anno è registrato l’arrivo della goletta Argentina da Marsiglia sempre con carbone fossile.
Il 23 maggio 1899 il brigantino Teresa arriva a Genova con minerale da Rio Marina, segno evidente dell’attività mineraria nell’Isola d’Elba.
LE FAMIGLIE GRENDI E MUSSO.
I rapporti tra la famiglia Grendi e la famiglia Musso risalgono ai primi decenni dell’Ottocento vuoi perché sono vicine di casa vuoi perché sia Marco Antonio sia Gio Batta Musso sono entrambi spedizionieri. Una amicizia che sfocia anche in un matrimonio: Luigi Musso, quarto figlio di Gio Batta, sposa Angela Grendi, figlia di Marco Antonio, nata nel 1830.
E’ ancora il destino a far incrociare le storie delle due famiglie. Gaetano Grendi, socio del padre, ha solo figlie femmine che muoiono giovanissime mentre Luigi Musso muore lasciando Angela vedova. E così Marco Antonio, il loro ultimo figlio, stringe un rapporto speciale con lo zio Gaetano.
L’ingresso ufficiale della famiglia Musso in società avvenne nel 1878 con Marco Antonio all’epoca giovane sedicenne. Cinque anni dopo il fondatore Marco Antonio Grendi muore lasciando la società al figlio Gaetano che nel 1897 decise di far diventare il caro nipote socio dell’azienda.
Nell’atto notarile, forse già considerando che Gaetano non avrebbe avuto eredi diretti, fu previsto che in caso di morte di uno dei due soci colui che restava in vita aveva il diritto di proseguire l’attività della Grendi “per proprio conto”.
E così avvenne. Il 3 settembre 1899 con la morte di Gaetano Grendi (e l’estinzione di quel ramo della famiglia) l’azienda passò nel pieno controllo del nipote Marco Antonio Musso che però decise di non mutarne il nome. La scelta segnò tecnicamente la continuità aziendale della Grendi attraverso il passaggio alla famiglia Musso.
Sono anni di grande prosperità economica del triangolo industriale Milano – Genova – Torino. Dal 1854 era attiva la ferrovia Torino – Genova, la diga foranea del porto di Genova era in corso di costruzione (fu ultimata a fine secolo) e dal 1861 la ferrovia collegava Milano e la pianura padana. A fine Ottocento poi ci furono una serie di interventi che ammodernarono ulteriormente lo scalo marittimo ligure che doveva competere con la vicina Marsiglia. L’inizio del Novecento segna ulteriori lavori di grande impatto: i Magazzini Generali (oggi magazzini del Cotone), il Silos per il grano della calata S.Limbania e ancora i docks vinicoli di Ponte Morosini. Il porto di Genova nonostante questi investimenti restava ancora adibito maggiormente allo scarico che al carico delle merci.
La Grande Guerra era alla vigilia ma gli anni tumultuosi tra il 1915 e il 1918 passarono tutto sommato in maniera indolore per la Grendi che grazie alle commesse procurate da Serafino Cevasco, fratello della moglie di Ugo Musso, ai vertici del colosso dello zucchero italiano Eridania, riuscì a superare quegli anni affidandosi alle spedizioni dello zucchero.
Arrivano gli anni del biennio rosso, del fascismo e alla vigilia del secondo conflitto mondiale la Grendi è una azienda tutto sommato in salute in grado anzi di aprire delle filiali: a Ravenna e Venezia nel 1933, e Cagliari, che poi diventerà importantissima, nel 1936. Eridania è ancora il principale cliente. Nel 1940 muore Marco Antonio.
La filiale di Cagliari divenne fondamentale nella scelta dal 1936 di concentrarsi sul trasporto merci tra la Sardegna e il continente diventando ben presto il “core business” aziendale.
La seconda guerra mondiale coinvolse direttamente l’azienda in due episodi: un bombardamento nel 1943 sul porto di Cagliari che costò la vita al direttore della filiale e a quattro dipendenti, e un secondo bombardamento sempre a Cagliari e sempre nel 1943 che affondò il vapore Padre Santo carico di merce spedita dalla Grendi.
Dal registro del 1939 si può avere un idea del tipo di trasporto sulla linea Cagliari – Genova. Dalle caramelle a calzature, da mostarda a rubinetterie.
Nel 1961 entra in azienda Bruno Musso, attuale Presidente. E gli anni a seguire segneranno per sempre il destino della società, in particolare a portare la vera svolta sarà il container. E la lungimiranza di crederci fin da subito.
L’8 dicembre 1966 ai Cantieri Navali Apuania di Marina di Carrara venne varata la prima portacontainer italiana di cui armatore era la Grendi: la Vento di Levante. Entrò in servizio nell’aprile del 1967, anticipata di pochi mesi dalla Vento del Golfo, un mezzo da sbarco della seconda guerra mondiale recuperato nei mari del Baltico e riadattata per il trasporto dei rimorchi aziendali.
Grendi da casa di spedizione divenne anche armatore attraverso la Tarros (società armatoriale del Gruppo). E non solo venivano introdotti i container ma la tecnologia di spostamento permetteva una inedita velocità di carico e scarico della merce che non subiva trasbordi dal punto di partenza al punto di arrivo viaggiando sempre all’interno di container. Oggi è la normalità ma all’epoca era un concetto da pionieri.
Nell’archivio storico si ritrova un ampio fascicolo con la rassegna stampa dell’epoca sul varo della Vento di Levante e una ricca collezione fotografica.
Nel gennaio del 1969 fu acquistata una nave norvegese e fu trasformata nella Vento di Tramontana che permetteva, grazie ad una tecnologia (Tarros-Class) studiata da Giorgio Musso, fratello di Bruno, di caricare 165 container (tre piani in stiva e due piani in coperta). La nave era dotata di una gru a cavalletto ma allo stesso tempo aveva la coperta carrabile e una rampa poppiera velocizzando così le procedure di carico e scarico dei tir.
Con l’utilizzo di queste navi furono aperte anche altre linee: Anzio – Cagliari, Ravenna-Grecia, Salerno-Bristol.
LA STORIA DAGLI ANNI ’70.
Per la storia più recente dell’azienda rimando al sito ufficiale della società: www.grendi.it nella sezione storia.
BIBLIOGRAFIA
Bruno Musso, Il cuore in porto, Milano, Mursia, 2017
La Storia di una Famiglia di Pionieri – www.grendi.it
Archivio Storico Grendi
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