I verbali dei Consigli d’Amministrazione di una qualsiasi azienda hanno un ruolo centrale per ricostruirne la storia a distanza di anni/decenni. E più i verbali sono datati e più sono preziosi anche perché spesso scarseggiano altre fonti per la ricerca. E poi a seguire – senza ordine d’importanza – le fotografie d’archivio, la documentazione tecnico-industriale, la pubblicità e altra documentazione.
Ma se ci spostiamo a tempi più recenti uno dei modi più importanti di comunicare e di raccontare una azienda, con un costante crescendo, sono i siti internet e, in ultimo, i social network. Il problema da porsi emergerà tra qualche anno ma sarebbe meglio affrontarlo subito: la memoria dei siti internet aziendali.
Palazzo Chigi gli definisce (forse correttamente) “Siti archeologici” e dedica loro una apposita sezione (www.sitiarcheologici.palazzochigi.it/). Il primo sito disponibile è il governo Prodi – D’Alema periodo ’97-’99. Nessuna mail indicata (se non un generico form per l’Urp) ma in compenso tanti numeri di telefono (anche gli interni diretti), fax e telex!
SITI AZIENDE. Oggi i siti internet aziendali sono più di una vetrina e in taluni casi possono essere considerati dei “creatori di notizie”. In ogni caso sono uno strumento di comunicazione, marketing e operatività. Ma come erano 5, 10, 15 anni fa?
Per una storia aziendale anche lo sviluppo via web avrà presto un suo capitolo indipendente aldilà se essa sia una azienda nata sul web o meno. Questa potrebbe essere già una valida ragione – la memoria – per salvare un backup delle proprie versioni di siti internet (le famose beta, poi 1.0, 2.0,3.0 ecc) offline per testimoniare lo sviluppo aziendale al pari di fare rassegne stampa o raccogliere le campagne pubblicitarie. Ma la ragione più semplice è che il sito internet è una proiezione dell’azienda nel mondo e per questo è una fonte diretta per raccontare la propria storia.
WEB.ARCHIVE.ORG Provando a vedere l’evoluzione dei siti delle più grandi aziende italiane negli ultimi 20 anni la risorsa fondamentale è Archive.org nella sua sezione “web”. Si può guardare a intervalli di tempo lo sviluppo dei loro siti.
Partiamo dal colosso dell’energia, fondato da Enrico Mattei, Eni, in principio acronimo di Ente Nazionale Idrocarburi (dal 1995, data della privatizzazione, il significato decade). Nel 1996 il sito corporate era in fase di costruzione con qualche divisione già online. L’anno successivo il sito è pronto e contiene già parecchie informazioni. E’ presente un form per inviare una mail. Nel 1999 il sito si presenta ancora più evoluto e oltre a fornire (con un menù a tendina) la possibilità di accedere agli altri siti corporate (AgipPetroli, Snam, ecc) contiene anche materiale di comunicazione. Per esempio una sezione per le scuole. Nel 2004 (dopo alcuni anni senza grandi cambiamenti) la nuova versione presenta una area riservata agli utenti iscritti e si presenta molto più ricco di sezioni.
Trenitalia / Ferrovie dello Stato. Nel 2002 il sito trenitalia.it offriva già la possibilità di acquistare i biglietti del treno online! Certo con una maschera essenziale e con l’obbligo di registrarsi ma il servizio era attivo. Non era, invece, obbligatorio registrarsi per gli abbonamenti ai treni regionali! La consegna avveniva via posta ordinaria (“Questo sito consente, ai possessori di un indirizzo di posta elettronica, l’acquisto via Internet (con almeno 4 giorni lavorativi, escluso il sabato, di anticipo sulla data di inizio validità) di abbonamenti mensili FS con pagamento per mezzo di carta di credito VISA o MasterCard e recapito postale a domicilio con posta prioritaria, senza nessun sovrapprezzo.“). Nel 2005 il sito è ancora più evoluto. Offre la maschera orari già in home-page e una struttura simile a quella odierna.
Si cambia genere ma non la dimensione aziendale. Parliamo delle assicurazioni Generali. Nel 1996 il sito già parlava al mondo con il dominio .com e una discreta quantità di contenuti tra cui la storia, una mail di riferimento, l’elenco delle società nel mondo e una parte dedicata all’area riservata. Nel 2001 generali.it cambia ulteriormente e si apre ai servizi internet con un nome in linea con i tempi: “Gener@li puntoweb“. Ein effetti non sono pochi i servizi offerti: dalla denuncia via web, alla verifica dei propri servizi previdenziali. Ma la cosa più interessante è il Museo Virtuale Generali in cui è raccolta la storia delle assicurazioni, sono disponibili alcuni documenti digitalizzati e percorsi per scoprire aneddoti e curiosità.
Nel 1996 Enel presentava un sito con poche funzioni. Nel 2000 (curiosità: nel frattempo viene introdotto il logo disegnato da Bob Noorda) ha una struttura organizzata e contiene informazioni utili sull’azienda e sui servizi. Non ha però funzioni utilizzabili dagli utenti se non un generico “scrivi all’Enel”. Nel 2002 si introducono una serie di servizi tra cui l’area riservata, la possibilità di pagare online le bollette e altre azioni sul proprio contratto di energia elettrica. Nel 2004 il sito ha una sezione dedicata al centenario della Geotermia in Italia.
Penultimo esempio è Telecom Italia. Nel 1997 sono offerte due alternative: sito con grafica, sito solo testo. Scelta che oggi appare banale ma che con la velocità di connessione dell’epoca aveva una sua ragione. Tra le pagine online una è dedicata all’Archivio storico con la descrizione (L’Archivio Storico di Telecom Italia, che ha sede a Torino, è uno degli archivi d’impresa piu ricchi d’Italia (…) Questa ricchezza ha fatto si che la Sovrintendenza ai Beni Archivistici del Piemonte ne certificasse l’ “elevato interesse storico”, impegnando Telecom Italia alla salvaguardia di tutte le carte storiche aziendali) e le modalità di accesso. Per gli utenti è disponibile un catalogo dei servizi. Dal 2003 il sito diventa sempre più istituzionale mentre la parte commerciale viene divisa. Apre www.aliceadsl.it. Nel 2005 la parte commerciale è su www.187.it. Telecomitalia.it diventa a tutti gli effetti il sito istituzionale e abbandona quasi del tutto il commerciale.
Infine dare uno sguardo al mondo bancario non è facile con le diverse fusioni che hanno riguardato le due principali banche italiane: Unicredit (Credito Italiano e Unicredito) e Intesa San Paolo (Banca Intesa e San Paolo Imi). Cercando un altra banca di dimensioni importanti e che dal 1996 non abbia avuto fusioni o cambi societari è necessario osservare Monte dei Paschi di Siena. Nel 1998 Mps.it conteneva informazioni istituzionali e alcune informazioni basilari sui prodotti. I servizi arrivano nel 2001 con Paschihome per il controllo dell’estratto conto del proprio conto bancario e per operare in borsa. Esordisce il termine “banca multicanale“. La successiva evoluzione sarà nel 2003.
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